Cenni storici di Parolise
Le uniche testimonianze archeologiche della zona sono rappresentate dai due cippi graccani con iscrizioni di età repubblicana conservati fino a qualche anno fa, secondoOscar Onorato, in una raccolta privata di una famiglia di Parolise. Il nome del paese non trova comunque equivalenti nel latino, anche se qualche studioso locale ne fa derivare il toponimo da un praedium Paulisium.



Il primitivo borgo, che faceva parte dei vicino feudo di San Barbato (Manocalzati), è menzionato per la prima volta nel Catalogo dei Baroni, dove ne risulta essere signore fra il 1150 ed il 1168 tal Manfrido. Come Parulisio il luogo è citato in una bolla papale del 1197, con la quale il pontefice Celestino III conferma tutti in possedimenti feudali all’Abbazia di Montevergine, fra i quali è anche il nostro casale. Passato alla famiglia Filangieri, Parolise entrò a far parte della baronia di Candida con Manocalzati e S.Potito. Appartenne così alla famiglia Filangieri con Filippo (1340), Giacomo (1372), Caterina (1420) e Matteo (1438). Nel 1505 ne era signore il barone Francesco de San Barbato, a cui seguirono Giovanni Battista (1535 ca) e Drusia (1541), la quale portò in dote il piccolo feudo nel 1551 al marito Giovanni Angelo Albertino. A costui successe nel 1583 il figlio Geronimo Albertino, al quale il nobile scipione de Posellis acquistò Parolise nel 1604 per circa diecimila ducati. Alla famiglia de Posellisil feudo rimase in possesso fino al 1681, anno in cui fu venduto al duca di Salza, Geronimo Strombone. Morto quest’ultimo nel 1749 senza lasciare eredi diretti il borgo venne incamerato dalla Corte Regia, la quale investì del feudo nel 1751 il principe di S. Nicandro, Domenico Cattaneo. Il primogenito, francesco Catteneo, alienò a sua volta parolise nel 1760 al genovese Giovanni Berio. Ne ereditarono infine i beni feudali il figlio Francesco (1791), marchese di Salza, e a nipote Carolina Berio, la quale tenne il paese fino all’abolizione dela Feudalità (1806).
Nel 1834 l’arrivo alla guida della nostra di don Marciano Marino, cambia la vita religiosa e sociale del nostro paese.