La festa del Preziosissimo Sangue

di Fr. Renato D’Andrea O. P.

  • Secondo la tradizione, l’origine della festa del Sangue Preziosissimo è da ascriversi al cuore e alla mente di Marciano Marino. Era stato nominato parroco di Parolise nell’agosto del 1834. Si mise subito all’opera e col suo amore, la sua umiltà e la sua pazienza, conquistò tutti gli abitanti del paese, avvicinandoli alla fede. Infaticabile lavoratore della vigna del Signore, fu sempre presente al capezzale degli ammalati e dei moribondi. Fu maestro dolcissimo di tutti e in particolar modo dei bambini ai quali oltre che la fede, insegnava a leggere, scrivere e far di conto; dispensatore di aiuti ai disoccupati, donatore inesauribile di gioia e di rassegnazione agli afflitti e abbandonati. La sua chiesa era divenuta un’oasi di luce, la casa dove tutti si sentivano accolti con amore. Tutta la forza per questo intenso e proficuo apostolato gli veniva dalla sua devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù e alla Vergine Maria. Vero teologo, vedeva la devozione al Sangue Preziosissimo come una realtà che scaturisce dall’Eucaristia centro e culmine di tutta la vita cristiana e sacerdotale. Spesso recitava la bella preghiera di S. Tommaso che è la sintesi di tutta la dottrina eucaristica: “O Sacro Banchetto nel quale si riceve Cristo, si commemora la Passione, l’animo è ricolmo di grazia e viene dato il pegno della gloria futura”. Pur venerandosi, a Parolise, come protettori i santi Rocco e Vitaliano, il centro della devozione più diffusa è verso il Sangue Prezioso di Gesù, il Sangue sparso. Si avvicinava la Pasqua del 1840 e nelle notti d’aprile don Marciano, nel chiuso della sua stanza, inginocchiato, meditava e pregava. Pensava il Volto di Gesù e si sentiva rapito in comunione con Lui. In queste sue veglie di preghiera maturò man mano l’idea di promuovere sempre più intensamente la devozione al Sangue Preziosissimo di Gesù, di valorizzarne la festa liturgica e di istituire una solennità popolare che fosse il centro di tutto l’anno di fede del suo amato gregge. Riuscì nel suo intento e in più istituì la Pia Unione del Preziosissimo Sangue che dopo i primi passi ebbe l’approvazione del Vescovo di Avellino del tempo, Mons. Giuseppe Maniscalco nel 1852, il 28 settembre. Al Vescovo il santo sacerdote aveva presentato questa istanza: “Il sacerdote Marciano Marino attuale arciprete di Parolise, Le espone, che desiderando accrescere la devozione dei fedeli al Sangue Preziosissimo di nostro Signore Gesù Cristo, desidera erigere in detta chiesa la Pia Unione sotto lo stesso titolo e aggregarla al primario Sodalizio del Preziosissimo Sangue di Roma, per la partecipazione alle sante indulgenze e ai beni spirituali. Per poter tanto ottenere si necessita del suo beneplacito e prega perché Lei l’approvi e la promulghi”. La risposta giunse subito: “Vista la supplice richiesta dell’Arciprete della Parrocchia S. Vitaliano vescovo, in Parolise, terra della nostra Diocesi, erigiamo la Pia Unione, secondo la domanda e comandiamo l’aggregazione alla Pia Unione primaria di Roma”. Dalla Curia vescovile di Avellino, 28 settembre 1852. La sua commozione fu grande quando un gran numero di suoi parrocchiani pronunciò la formula di aggregazione a questa Pia Unione. La Chiesa madre, quel giorno illuminata a festa, risuonò dei canti dei fedeli e di quelle belle parole che recitano così: “lo… per accrescere sempre più la gloria di Gesù, morto in croce per noi, e dell’infiammato suo cuore, che arde di amore verso di noi nel Santissimo Sacramento dell’Altare, e per riparare le offese, che a lui si fanno in questo Sacramento di Amore, mi unisco con gli altri aggregati a questa Pia Unione, onde partecipare ancora delle sacre indulgenze che vi sono, a godere del bene spirituale che si fa in essa, in soddisfazione dei miei peccati ed in suffragio delle anime sante del Purgatorio. Gesù mio, racchiudete nel vostro Sacro Cuore tutti gli Aggregati a questa Pia Unione, affinché ardano del vostro Divino Amore nel perfetto adempimento dei vostri divini precetti, e delle obbligazioni del loro stato”. In quella occasione il santo sacerdote donò alla chiesa parrocchiale un magnifico Ostensorio d’argento cesellato da un maestro napoletano e che ancora oggi si conserva fra le cose più preziose. Ancora oggi vi si può leggere inciso il nome Marciano Marino. La festa popolare fu istituita e fu deciso di celebrarla nella prima domenica di luglio di ogni anno.