La Chiesa Madre San Vitaliano Vescovo
La Chiesa
Nella Parte più alta del nostro paese sorge la Chiesa Madre, intitolata a san Vitaliano, Vescovo di Capua. La facciata è a capanna, la più semplice degli ordini architettonici.

Si entra alla medesima per due porte quadre con ornamento di pietra Forte del paese. Sarebbe a tre navate se non fosse difettosa nella nave di man sinistra, è coperta da lamia di botte nel mezzo di mediocre altezza con lamole coperte ed ornate di stucco con delle riquadrature e cornici. Fu presumibilmente costruita nel XVI secolo, se il Battistero ivi custodito è risalente al 1585. Le navate sono sorrette da colonne realizzate in breccia irpina, tutto l’impianto interno è di stile romanico. Una lapide all’interno della Chiesa attesta che Ius Patronus dell’abbazia curata di S. Vitaliano... della famiglia DE PYSELLIS NARDUS fondata ed eretta nel 1631...
Si accedeva all’altare maggiore attraverso tre scalini e c’era il quadro della Vergine delle Grazie. Sull’altare laterale di destra il quadro di nostra Signora del Rosario che fu poi sostituita da una statua, in quello di sinistra c’era un altro quadro della Vergine. Sopra la porta vi era Orchestra indorato con Organo.
L’altare maggiore fu nel settecento modificato e furono erette delle nicchie in legno dove vi erano esposti il Cuore di Gesù, San Rocco e San Vitaliano. Questo fino agli anni cinquanta quando, essendo parroco Don Domenico Gaeta, l’altare maggiore fu smantellato e fu costruito il Trono di marmo al Sangue Sparso con al centro il Crocifisso e ai lati San Rocco e San Vitaliano.
Il 23/11/80 la terra trema anche a Parolise, la chiesa viene chiusa al culto, comincia una sofferta costruzione; viene tolto il Trono. Il Crocifisso si attacca al muro, le statue di San Rocco e San Vitaliano vengono messe in due nicchie sull’altare laterale sinistro. Scomparirono tutti gli affreschi che si trovano sopra l’abside scompare anche il palco sopra la porta d’ingresso dove si trovava l’organo. La Chiesa è stata riaperta al culto il 4 marzo 1990 da S.E. Mons. Gerardo Pierro. Oggi è difficile definire lo stile della nostra chiesa, dopo una ricostruzione approssimativa che ha tolto molto, non restaurando quello che c’era.
Oggi, entrando in Chiesa, ci si trova di fronte a pareti bianche, prive di tutti quei ricordi espressi, nei tempi, in termini di raffigurazioni sacre, da artigiani locali. A tal proposito è giusto ricordare Vincenzo Nuzzo pittore-scultore della nostra terra, pagato con oboli dei fedeli parolisani che aveva lavorato nella nostra chiesa. Ciò che era antico, storico, bello, ricco di memorie non è stato salvato, ma non si è fatto neppure niente ai fini della sicurezza. Durante la ricostruzione non sono state previste opere integrative finalizzate alle salvaguardia dei fedeli, in caso di una calamità non esistono varchi di esodo, non esiste una illuminazione di emergenza, non esiste un impianto antincendio, non esiste un impianto contro le scariche atmosferiche. Sicuramente la ricostruzione della chiesa di San Vitaliano non è costata pochi spiccioli!